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Ufficio Elettorale

Referendum popolari 2011


Per cosa si vota
Domenica 12 e lunedì 13 giugno 2011 i cittadini italiani sono chiamati ad esprimere il proprio voto su 4 quesiti referendari.

Quando si vota
L’orario della votazione è il seguente:
• domenica 12 giugno dalle ore 8.00 alle ore 22.00
• lunedì 13 giugno dalle ore 7.00 alle ore 15.00

Testi dei quesiti referendari
Referendum n. 1
(scheda colore ROSSO).
Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione.

Questo quesito riguarda l’affidamento e la gestione dei servizi idrici (o privatizzazione dell’acqua) per il quale, nel 2010, il Governo ha varato una norma che costringe le aziende pubbliche a dismettere buona parte del loro capitale a favore dei privati entro il 2011.
Il voto “SI”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di abrogare la normativa richiamata dal quesito referendario.
Il voto “NO”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di mantenere la vigente normativa richiamata dal quesito referendario.
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Referendum n. 2
(scheda di colore GIALLO)
Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma.

Questo quesito riguarda sempre la privatizzazione dell’acqua e in particolare la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene chiesta una parziale abrogazione della norma.
Il voto “SI”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di abrogare la normativa richiamata dal quesito referendario.
Il voto “NO”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di mantenere la vigente normativa richiamata dal quesito referendario.
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Referendum n. 3
(scheda di colore GRIGIO )
Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare.

Il precedente testo del terzo quesito (2.275 parole), particolarmente lungo e articolato, è stato quindi sostituito da questo nuovo testo, secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione la quale, tenendo conto dell'abrogazione parziale contenuta nel c.d. decreto omnibus, ha riformulato e trasferito il quesito relativo alla richiesta di abrogazione referendaria, già dichiarata ammissibile in precedenza, sulle disposizioni di cui all'articolo 5 commi 1 e 8 del decreto legge 31 marzo 2011 n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 26 maggio 2011 n. 75.
Il voto “SI”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di abrogare la normativa richiamata dal quesito referendario.
Il voto “NO”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di mantenere la vigente normativa richiamata dal quesito referendario.
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Referendum n. 4
(scheda di colore VERDE CHIARO)
Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte costituzionale.

Questo quesito riguarda il “legittimo impedimento”, cioè l’istituto giuridico che permette all’imputato in un processo di giustificare, in alcuni casi, la propria assenza in aula: la Presidenza del Consiglio potrà motivare l’assenza del premier e dei suoi ministri nelle aule dei tribunali, che li hanno chiamati come imputati, nel caso in cui venga stabilita la presenza di un impedimento “continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni”.

La norma, composta da due articoli, elenca leggi e regolamenti che disciplinano le attività del Premier e dei suoi Ministri, in occasione delle quali si può parlare di legittimo impedimento, inoltre, viene specificato che saranno comunque oggetto della disciplina anche tutte quelle attività “coessenziali” alle funzioni di governo. Quindi: il giudice, in caso di legittimo impedimento, dovrà rinviare il processo (in ogni fase, stato o grado) ad altra udienza. Ogni rinvio può estendersi fino a sei mesi, per un totale di 18, e non si applica nei procedimenti civili o nel caso in cui Premier e Ministri debbano costituirsi parte lesa.
Il voto “SI”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di abrogare la normativa richiamata dal quesito referendario.
Il voto “NO”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di mantenere la vigente normativa richiamata dal quesito referendario
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